Vita di Vittorio Emanuele III by Aldo A. Mola

Vita di Vittorio Emanuele III by Aldo A. Mola

autore:Aldo A. Mola
La lingua: ita
Format: epub
editore: Bompiani
pubblicato: 2022-08-02T00:00:00+00:00


… e quello del re

All’opposto di quanto propugnato da Douhet, il re mirava a risanare la dolorosa ferita inferta dai socialisti il 1° dicembre 1919 all’inaugurazione della XXV legislatura, annotata nell’Itinerario generale. Il sovrano iniziò il discorso della Corona affermando che le Camere avevano “dinanzi a sé un vasto compito, quale forse niuna altra ebbe fino ad ora”. Uscita vittoriosa “dalla più Grande guerra che sia mai stata e avendo avuto l’onore di realizzare la prima grande vittoria che ha deciso il conflitto mondiale”,8 l’Italia sentiva il bisogno di “dirigere tutti i suoi sforzi verso le opere di pace”. Volto il pensiero “rispettoso ai nostri morti, agli eroi caduti per la patria”, all’esercito e alla marina, aggiunse che “l’Italia non voleva la guerra né era disposta ad averla. Accettò la guerra come un terribile dovere per il trionfo della giustizia”. “Pax in iure gentium” era stata l’insegna del convegno promosso nel 1918 dalla Corda Fratres, la Federazione studentesca internazionale guardata con benevolenza dal sovrano.9

Vittorio Emanuele III sottolineò che l’Italia non aveva mire imperialistiche sull’Adriatico, ma “la difesa delle popolazioni di lingua e di razza italiana” costituiva “un imprescrittibile dovere, oltre che un imprescrittibile diritto”. Non si poteva consentire all’irruente nazionalismo serbo-croato-sloveno, alimentato e protetto dalla Francia, quanto era stato negato all’Impero austro-ungarico. Anche se non poteva certo esprimere pubblica approvazione per l’impresa dannunziana di Fiume, il re non ignorava la voce che si levava dalla città liburnica, ansiosa di essere annessa all’Italia proprio perché con il trattato di Saint-Germain del 10 settembre 1919 era rimasta priva della precedente tutela austro-ungarica che l’aveva tenuta al riparo dai croati. L’Italia si impegnava al rispetto delle autonomie e delle tradizioni vigenti nelle “nuove terre riunite all’Italia” (“liberate” per gli uni, “annesse” senza plebiscito confermativo per altri). Il sovrano esortò alla disciplina, a incrementare la produzione e a rianimare la finanza e il credito. Forte di quasi quaranta milioni di regnicoli residenti, con altri dieci milioni di cittadini o di loro figli sparsi nel mondo, l’Italia era “uno dei più grandi nuclei nazionali”. La sua compattezza costituiva la garanzia del futuro, come aveva già mostrato la vittoria, che non era “risultante di un caso, ma dello sforzo di tutte le anime e del sacrifizio di tutto il popolo”.

L’appello del “re di Peschiera e di Vittorio Veneto” all’unità morale per la ricostruzione civile ed economica prima ancora di essere udito fu respinto da una “sinistra” che nel 1917, mentre il sovrano re era al fronte, aveva proposto alla Camera l’abolizione della monarchia.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.